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Correlazioni in Medicina



Sclerosi multipla recidivante-remittente e secondariamente progressiva: microparticelle circolanti


Sebbene la sclerosi multipla sia ritenuta rappresentare una risposta immunitaria eccessiva e inadeguata a diversi autoantigeni del sistema nervoso centrale, una crescente evidenza suggerisce anche che la sclerosi multipla può anche essere una malattia infiammatoria neurovascolare, caratterizzata da attivazione endoteliale e diffusione di microdomini delle membrane cellulari, noti come micro particelle, nel sistema circolatorio.

L’obiettivo di uno studio è stato quello di stabilire la relazione tra questi biomarcatori endoteliali e la sclerosi multipla.

E’stata presa in esame la relativa abbondanza della produzione di microparticelle CD31 (+) / PECAM-1, CD51(+) CD61(+) ( alfaV-beta3 ) e CD54(+) ( ICAM-1 ) nel siero dei soggetti sani, pazienti con sclerosi multipla recidivante remittente, e sclerosi multipla secondariamente progressiva.

E’stata anche studiata la correlazione tra i livelli circolanti di diversi tipi di microparticelle nella sclerosi multipla con la risonanza magnetica convenzionale ( volumi di lesioni in T2 e T1 e atrofia cerebrale ), e anche con modalità innovative di risonanza magnetica [ valutazione del contenuto di ferro sull’imaging a suscettibilità pesata ( SWI ) – fase filtrata ].

Sono state trovate differenze dei livelli di microparticelle circolanti tra i gruppi con sclerosi multipla; diversi tipi di microparticelle [ CD31(+) / CD51(+) / CD61(+) / CD54(+) ] sono risultate correlate con le caratteristiche della risonanza magnetica tradizionale e dell’imaging a suscettibilità pesata della sclerosi multipla.

Dallo studio è emerso che questi risultati indicano che i profili di microparticelle circolanti nella sclerosi multipla possono sostenere ruoli meccanicistici per lo stress e le lesioni microvascolari, che contribuiscono non solo all’inizio e alla progressione della sclerosi multipla, ma anche alle risposte pro-infiammatorie. ( Xagena2015 )

Alexander JS et al, J Neurol Sci 2015;355:84-89

Neuro2015